- 25/05/2021
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L’Ateneo del futuro (che c’è già)
L’Ateneo (che c’è già) del futuro è un’idea nata quindici anni fa.
Ci saranno centomila alunni (di cui almeno 58 mila al Sud) in meno nella scuola dell’obbligo, secondo i primi dati sulle iscrizioni per l’anno scolastico 2021/2022 raccolti da Flc Cgil.
E’ una notizia negativa e preoccupante, anche perchè, la proiezione numerica prevede una diminuzione continua nei prossimi anni a causa della crisi economica, che non aiuta i giovani a farsi una famiglia con il conseguente calo delle nascite, e, a caduta, l’abbassamento consistente degli alunni che, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, continuerà ancora per diversi anni.
E’ stato lo stesso Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, nel corso dell’audizione alle Camere sulle linee guida del suo dicastero, a parlare di questo fenomeno. Secondo i dati forniti dall’Istat sulla popolazione italiana dei prossimi decenni, quella di età compresa fra i 3 e i 18 anni calerà di un milione di unità entro il 2031.
«Il governo conferma il proprio impegno nel mettere la scuola al centro», ha sottolineato il Ministro, Patrizio Bianchi che, ha firmato con i sindacati il “Patto per la scuola al centro del Paese”, fondato su «una visione strategica in grado di affrontare le molteplici sfide per la ripresa, con la consapevolezza che il futuro dell’Italia sarà nelle mani dei giovani che oggi frequentano le nostre scuole».
Le prime decisioni sono già arrivate con il decreto Sostegni bis che contiene un importante pacchetto di misure per il mondo dell’Istruzione: dalle norme per l’ordinato avvio del prossimo anno scolastico, al Fondo per consentire alle scuole di continuare ad affrontare l’emergenza sanitaria, fino al piano di reclutamento pensato per coprire le cattedre vacanti, in vista di settembre, ma anche per avviare un nuovo corso nel reclutamento degli insegnanti, a partire dall’accelerazione delle assunzioni sulle materie scientifiche.
Calo demografico e crisi della Scuola negli ultimi anni hanno viaggiato a braccetto.
Negli ultimi cinque anni, le scuole italiane hanno detto addio a più di 400mila tra bambini, ragazzini delle scuole medie e studenti delle superiori e hanno registrato un taglio del personale che si è arrestato soltanto con la pandemia, avvenimenti che hanno messo in evidenza le “sofferenze” del “Sistema Scuola”.
Quindici mesi di DAD hanno creato problematiche profonde nei rapporti scuola-famiglie-studenti con disagi sociali di varia natura.
Il calo demografico in corso però può essere anche interpretato in termini positivi e non solo negativi. Sarà positivo se si saprà sfruttare questa situazione per portare le correzzioni utili ad una ripartenza che metta nuovamente al centro lo studente aiutandolo non solo, ad imparare ma, a “conoscere il mondo che lo circonda” ed a preparare il suo futuro su basi solide “apprese per indossare la propria formazione come un abito cucito su misura e recapitato a domicilio, la cui taglia e il cui stile si adattino al loro corpo. (D:Iervolino).
Numeri in calo porteranno comunque, negli anni a venire, una popolazione scolastica che sarà di fronte alla necessità di muoversi nel solco della formazione continua. Oggi è diventato sempre più necessario, infatti, il costante perfezionamento delle qualifiche, il cosiddetto lifelong learning, che rappresenta lo strumento essenziale per far fronte ai cambiamenti di un mondo sempre più globalizzato e veloce.
Università telematiche come UniPegaso e UniMercatorum hanno contribuito ad abbattere le convenzionali barriere di spazio e di tempo.
“Studiare come, dove e quando vuoi: è questo il nostro motto, in riferimento a una modalità innovativa e vincente che ha tra i suoi obiettivi principali la più completa interazione tra accademia e studente.” (Danilo Iervolino Fondatore e Presidente Univerisità Telematica Pegaso, Presidente Universitas Mercatorum).
I due Atenei sfruttano tutto il potenziale del web. Hanno un approccio diretto a quelle che sono le esigenze delle persone e dei fabbisogni sociali non solo dopo il diploma di Scuola Secondaria ma, anche durante la carriera lavorativa o per soddisfare esigenze di aggiornamento e miglioramento personale.
Il Covid-19 ha sostanzialmente rappresentato un catalizzatore naturale dei processi di innovazione scolastica, che giocoforza sono stati sperimentati e avviati con tempistiche incredibilmente ridotte. L’introduzione di tecnologie e metodologie alternative è già stata implementata con successo, dando vita non soltanto a una sorta di “piano b” per l’impossibilità di frequentare l’aula, ma anche a un vero e proprio trampolino di lancio per plasmare la didattica ordinaria a immagine e somiglianza di quelle che sono le esigenze e i contesti della società odierna.
Le nuove generazioni hanno un feeling totale e naturale con la tecnologia ed è necessario, e giusto, metterle anche al servizio della didattica.
Le competenze social utilizzate fino a poco tempo fa quasi solamente per motivi ludici, devono diventare anche formative.
La scuola ha già iniziato un processo di evoluzione didattico- tecnologica con l’implementazione di lavagne elettroniche, tablet, laptop quali strumenti di didattica che deve proseguire ed interessare ogni ordine e grado dalla Primaria al Dottorato.
“Educare vuol dire insegnare il concetto per cui tutto ciò che non è possibile fare oggi, sarà possibile in futuro” questo è il ruolo dell’insegnante -educatore secondo Kristine Sargsyan.
La rivoluzione, l’evoluzione tecnologica nella didattica deve diventare, non solo per i giovani ma, anche per chi ha lasciato la scuola da qualche anno ed ha impegni lavorativi, un’occasione per migliorare la propria vita, la carriera, lo status sociale.
Oggi è già il futuro perchè “qualcuno” lo ha inventato quindici anni fa facendo nascere “un network che ha permesso di penetrare nei territori più sperduti delle nostra penisola con un’idea di università aperta a tutti, libera,democratica, innovativa.” (Danilo Iervolino)