- 24/03/2021
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Dantedì…e quindi uscimmo a riveder le stelle…
“E quindi uscimmo a riveder le stelle…” è l’auspicio che ognuno di noi ha nel cuore in questo momento così buio. Il 25 marzo 2021 sarà ancora “Dantedì”, giorno scelto, accettando una proposta del giornalista e scrittore Paolo Di Stefano che ha avanzato per primo l’idea di dedicare una giornata a Dante Alighieri, per ricordare ufficialmente il Padre della lingua italiana
“Ogni anno, il 25 marzo, data che gli studiosi riconoscono come inizio del viaggio nell’ aldilà della Divina Commedia, si celebrerà il Dantedì. Una giornata per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante con moltissime iniziative che vedranno un forte coinvolgimento delle scuole, degli studenti e delle istituzioni culturali.”
E’ stato Il Consiglio dei Ministri nel 2020, su proposta del Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, ad approvare la direttiva che istituisce per il 25 marzo la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri.
Sarà l’occasione per celebrare il padre della nostra lingua in modo permanente, ricordandone la grandezza letteraria, e rendere viva l’identità nazionale dell’Italia a cui il Poeta ha dato un contributo essenziale.
Purtroppo le celebrazioni, pensate in questo 2021 anche per ricordare i 700 anni dalla morte del Poeta, dovranno fare i conti con la pandemia che ha scatenato una serie di reazioni a catena che hanno reso, da mesi, la vita quotidiana difficilissima.
Ogni giorno una notizia nuova quasi sempre negativa, poche o nulle certezze, un futuro nebuloso ma, ci ricorda Dante, dall’Inferno si ascende al Paradiso
A marzo 2020 sui balconi spuntarono cartelli e lenzuola con la scritta “Ce la faremo”. Le cose sono peggiorate e, a quanto pare per ora, non ce l’abbiamo fatta. Si pensava che la pandemia ci rendesse migliori. Non è stato così. Dopo un anno di disagi abbiamo capito che la guerra sarà ancora lunga ma la nostra capacità di affrontare con successo eventi traumatici resiste e ci farà uscire da questa situazione trasformati, obbligati a vivere in modo diverso.
Mai come in questo momento la celebrazione di una figura fondamentale per la nostra Patria, giunge opportuna per aiutare le nostre anime incerte. Le parole del Sommo Poeta restano ancora uno sprone per noi, un invito ad uscire da questa tragedia, sono una luce che orienta il nostro cammino.
A noi, che da mesi camminiamo “nell’oscura selva” provocata da una terribile pandemia mondiale, Dante ricorda i valori della conoscenza perchè arte e cultura, messe a dura prova dal lockdown, non si fermano e ci permettono di ritrovare il gusto della vita.
Ma il lockdown ha fatto di più. Ha consegnato definitivamente Dante, che ha scritto i suoi capolavori con carta, penna e calamaio, alla fredda creatività della tecnologia costringendo le celebrazioni nell’ambiente virtuale della Rete,diventando così quasi una consacrazione per la fruizione della cultura e dello studio attraverso piattaforme digitali.
In realtà un Dante digitale è un’attualizzazione di una sua caratterisrtica poco considerata o comunque poco esposta e approfondita.
“La Divina Commedia chiude in se diversi aspetti tecnologici. Dante descrive in maniera ineccepibile il funzionamento di macchine come i mulini ad acqua e gli orologi meccanici, o processi tecnologici come quello della fabbricazione degli specchi, non cessando di fare alta poesia pur su argomenti in apparenza estranei ai territori poetici.Questo testo indaga come pochi altri nel sapere extraletterario del poeta fiorentino per illustrarne ed evidenziarne la competenza anche in materia tecnica ed è pertanto prezioso perché dimostra come tra pensiero umanistico e pensiero scientifico i contatti siano più solidi delle presunte divisioni.
Docenti e studenti potranno giovarsi di vedere molto bene giustificate e “integrate”
le forme dell’alta poesia con l’insaziabile (e competente) curiosità di Dante per le “nuove” macchine e le invenzioni che dal Basso Medioevo in poi hanno accompagnato il progresso e migliorato le condizioni di vita della nostra società. (La Tecnologia nella Commedia di Dante – Filippo Silvestri – Ed.Società Editrice dante Alighieri)
I valori fondamentali restano immutati ma il mondo cambia, affrontiamo “nuovi inferni”, ci aiutano nuove tecnologie ma noi, singoli individui, siamo sempre gli attori principali per la rappresentazione del presente e del futuro.
Nei giorni del Covid il Dantedì è “un modo per unire ancora di più il Paese condividendo i versi immortali del Sommo poeta”.
Decine di migliaia di studenti lo faranno nel corso delle lezioni on line a distanza, così come tutti i cittadini che vorranno partecipare potranno seguire le celebrazioni durante l’intera giornata sui social, con performance, letture di brani delle opere del Poeta eseguite da voci del teatro, della letteratura.
Mibact e Miur non vedranno fermarsi, per il divieto di assembramenti, le iniziative pensate ma, attraverso musei, parchi archeologici, biblioteche, luoghi della cultura racconteranno sui canali social, con immagini e video, le opere e la vita di Dante per ricordare come nei secoli la sua figura sia stata utilizzata come alta espressione artistica dell’identità italiana e abbia profondamente segnato la cultura del nostro Paese.
25 marzo 1300 inizio della discesa all’Inferno, 25 marzo 2021 siamo ancora nell’inferno della pandemia ma perchè non provare a pensare “ad uscire a riveder le stelle” aiutati anche dalle parole dolcissime di Francesca (nel canto V dell’Inferno) verso l’amato Paolo : “…mi prese di costui piacer si forte che, come vedi, ancor non m’abbandona”.
Debolezze, peccati, ma nel dolore, l’amore, il desiderio, la voglia, la certezza di cercare e trovare, anche nei momenti peggiori, la vita nella nostra realtà terrena tesa ad un futuro più sereno.
I valori affettivi, cognitivi e morali propri dell’animo umano sono il principio guida fra modi, mezzi e fini della nostra sfera vitale oggi come 700 anni fa quando il Sommo Poeta ce li raccontò nella sua opera, in un viaggio sublime raccontato “in volgare”,novella lingua,che attraversando i secoli è diventata “la lingua italiana contemporanea” oggi fruibile anche con la tecnologia digitale per una più vasta e capillare divulgazione della cultura e della conoscenza.